Che lavoro fa l’architetto?
Racconto di una storia d’amore
Architetto: che lavoro fa? Questa è una storia d’amore. Infatti non c’è bellezza senza amore, così come non c’è amore senza passione. La passione anima tutti i protagonisti di questo racconto che hanno come obiettivo la regola d’arte, convenzione non scritta del lavoro fatto bene, con amore, dedizione e accuratezza.
Tutto ha inzio da un primo incontro casuale e fugace tra l’Architetto e la Casa.
Essi si guardano e si studiano cercando un dialogo comune. Lui, pieno d’idee e aspettative, lei, impaurita e restia al cambiamento. Ma non passa molto tempo e si cerca già un secondo incontro. Questo è il tempo delle misure, dello studio approfondito.
Così lei si concede in tutto il suo splendore, rivela i suoi segreti e lui comincia a fantasticare. Queste fantasie presto si traducono in pensieri e idee concrete.
Si progetta il futuro.
E’ così, lui, l’Architetto, prende in mano le redini del gioco e comincia a immaginarsi quale sarà la nuova vita che ha immaginato per lei. E con gli occhi carichi di entusiasmo le dice:
“Ti regalerò lo spazio per riunire la tua famiglia attorno ad una grande tavola, una cucina bellissima e un salotto accogliente. Pavimenti in cui ti potrai specchiare e colori alle pareti che ti riempiranno di gioia ogni giorno, e tanto altro ancora. Vedrai, sarai bellissima!”
Lei lo lascia fare compiaciuta e fiduciosa.
L’Architetto e la Casa
Muratori, elettricisti ed idraulici lavorano per lei, nel frattempo lui progetta tutto il resto nel minimo dettaglio. Sceglie porte, finestre, maniglie, lampadari, tende, pitture e disegna i mobili.
Si assicura che tutti mettano nel loro lavoro la massima cura ed il massimo rispetto. Come è già noto infatti “è il tempo che dedichi alla tua rosa che rende la tua rosa importante” (cit.).
Lei è davvero importante e più di una volta lui si è battuto per lei. Come quella volta che volevano violarla nella sua struttura portante per avere delle stanze più grandi, o ancora quella volta che volevano coprire i suoi stucchi e affreschi perché ormai fuori moda.
No. Lei è bellissima così. Presto sarà rinnovata ma ciò che la contraddistingue non deve cambiare, la sua anima antica si deve ancora respirare perché la sua storia la rende ciò che è.
E’ arrivato il grande giorno, i lavori sono ultimati, gli arredi sono stati montati tutti e il tappezziere ha persino portato i cuscini.
Lui si presenta dopo pranzo per un caffè. Nasconde sotto la giacca, avvolto da parecchi strati di carta velina, un piccolo dono. E’ preoccupato e ansioso di conoscere l’esito di questo grande lavoro. D’altronde lui è soddisfatto, ha dato il massimo, ha lavorato con passione ed è stato onesto ma sa che questo non sempre basta.
Entra.
Lei, la Casa, è bellissima. Raggiante. Guarda compiaciuto ogni minimo dettaglio. Ovviamente non manca qualche piccola critica ma ai suoi occhi lei è perfetta.
Con un velo di malinconia scarta l’oggetto che ha custodito sotto braccio fino a quel momento e lo posiziona con cura sulla mensola in marmo boticino di fianco al camino.
La accarezza e poi si dirige in silenzio verso la porta. Prima di uscire le dice:
“Addio mia cara. Sappi che ti ho amato tanto. Sei stata il mio pensiero costante per 200 giorni e 200 notti di fila. Ti ho immaginato in tutti i modi in cui era possibile immaginarti. Ora sei libera. Sii felice e rendi felici tutti quelli che accoglierai.”
PS: ogni volta che un architetto e una casa s’incontrano nasce un qualcosa che è molto simile all’amore. Perchè l’amore è uno dei motori più potenti del mondo e anche se l’Architetto cercherà di cambiare la casa, lo farà sempre per darle valore. Come uno stilista con la sua modella.